Cecilia Sala è autrice e protagonista di Una notte a Teheran, racconto immersivo e contemporaneo che intreccia giornalismo narrativo e linguaggio teatrale, portando sul palco la cronaca viva dell’Iran e la testimonianza di una lotta.
La giornalista italiana firma il suo primo progetto teatrale in cui ritroviamo l’essenza del suo podcast quotidiano Stories, conducendo il pubblico in un viaggio tra le storie dell’Iran contemporaneo: dalle feste clandestine nelle case alle proteste nelle piazze, dalla guerriglia nelle università alle parole soffocate dietro le sbarre del carcere di Evin.
Cecilia Sala porta in scena le testimonianze di una generazione di arrabbiati, che a lei si racconta con queste parole: “Siamo come le sottoculture di una volta, come i gay negli anni Cinquanta in America, che avevano la loro lingua, il loro slang, i loro punti di ritrovo e i loro segni di riconoscimento – soltanto che in Iran il prezzo da pagare per muoversi fuori dalle regole è più alto. Ma ne vale la pena. La vita qui è già troppo dolorosa per arrenderti anche alla depressione calata dall’alto. Meglio prendersi il rischio di organizzare un concerto”. Nel corso dello spettacolo, Sala intreccia queste voci al proprio vissuto, toccando anche l’esperienza del carcere di Evin: “Evin è un posto che conosco già, attraverso le parole degli altri. Perché ho intervistato chi c’è passato prima di me. Perché ho studiato casi simili al mio. Avevo una fortuna: non c’erano sorprese. E una sfortuna: i precedenti che conoscevo non sono belle storie”.
Una notte a Teheran restituisce un ritratto potente di un paese in bilico e della generazione di arrabbiati che lo abita. Un dialogo tra parole e musica che è reportage, memoria e scoperta. Un’esperienza immersiva in cui la cronaca diventa teatro.