La coreografa e danzatrice ticinese Lorena Dozio continua il suo percorso verso l’invisibile ma questa volta attraverso la parola, mettendo al centro del suo nuovo lavoro la voce e il rapporto tra corpo e testo. In questa dissociazione tra il movimento e la sua descrizione, Dozio cerca una scappatoia per far apparire visitatori e fantasmi, in un dialogo tra la vita e la morte.
La coreografia verte sulla relazione tra l’ambiente circostante e i limiti del corpo. Lorena Dozio esplora la descrizione come apparizione dell’ambiente, del clima, delle sensazioni che un paesaggio può suggerire; come in un piano sequenza cinematografico nel quale, a poco a poco, le condizioni si modificano e si trasformano fino ad un incontro con un altro corpo, immateriale ma reso presente dal movimento della danzatrice. In seguito sarà questione di entrare all’interno del corpo in scena attraverso delle esperienze “limite” come la trance e l’apnea. Cosa succede nella mente e nel corpo durante questi stati di coscienza fisica modificati?
Il suono ed il dispositivo sonoro sono un elemento importante della drammaturgia in quanto permettono di creare presenze o assenze, integrare lo spettatore nello spazio scenico, creare un’immersione sensoriale attraverso la quadrifonia.