Ispirandosi alle reti miceliche che nutrono e connettono la vita negli ecosistemi, il nuovo lavoro di Trickster-p è una performance che invita il pubblico a esplorare un paesaggio che si trasforma: ogni scelta, ogni sguardo apre nuove traiettorie, generando narrazioni inedite. Un’esperienza collettiva e, al contempo, profondamente individuale, dove l’umano non è più centro, ma parte di un tessuto vivo e interdipendente.
Quali storie sono racchiuse in un singolo frammento di realtà? Quanti tempi si stratificano nello stesso spazio? In che modo questi diversi elementi contribuiscono al fluire incessante di cui anche noi facciamo parte?
In un tempo in cui tutto è in costante mutazione, Common land è uno spazio sospeso in cui il paesaggio si fa racconto, e il racconto si intreccia con il ritmo del mondo; un territorio di visioni plurime, in cui non c’è un’unica prospettiva, ma una costellazione di sguardi che coesistono, si sfiorano, talvolta si contraddicono, componendo un mosaico di voci in dialogo silenzioso nel tempo.
Common land è un invito a rallentare, a perdere l’orientamento per ritrovare il senso dell’appartenenza. È un viaggio tra le dimensioni che compongono il nostro stesso frammento di mondo, una cartografia dello spazio e del tempo, in cui visibile e invisibile coesistono e si intersecano con i percorsi dei soggetti che lo abitano.