Dopo En Abyme e Il grande vuoto, presentati nelle scorse stagioni, la regista e autrice romana Fabiana Iacozzilli torna al LAC con il suo ultimo lavoro, ispirato alla tragica vicenda del volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana che, il 13 ottobre 1972, si schiantò sulle Ande con quarantacinque persone a bordo.
L’aereo trasportava la squadra di rugby Old Christians Club, insieme ad amici e familiari, in viaggio da Montevideo a Santiago del Cile. Tra i passeggeri, solo uno non aveva alcun legame con il gruppo. Allo schianto sopravvissero in ventinove, ma dopo settantadue giorni di attesa e lotta contro l’altitudine, il freddo e la fame, furono soltanto sedici a essere tratti in salvo. Il 22 dicembre 1972 il mondo apprese con sgomento che i sopravvissuti si erano nutriti dei corpi degli amici deceduti.
Frutto di un attento lavoro di ricerca, con interviste ai superstiti e ai loro familiari, lo spettacolo firmato da Fabiana Iacozzilli e Linda Dalisi indaga le profondità del corpo e della resistenza umana, attraverso un dispositivo scenico di forte impatto visivo: marionette ibride ispirate alle figure filiformi di Giacometti. Questi puppets, evocativi e perturbanti, collocano la narrazione su un piano metafisico, restituendo tutta la carica spirituale e misteriosa che permea la vicenda.
Uno spettacolo intenso che, intrecciando teatro di figura e testimonianze dirette, interroga il limite, il sacrificio e la possibilità della sopravvivenza.