domenica 11 gennaio

Sala 1
39.- CHF

Antonio Ballista e Bruno Canino pianoforte a quattro mani

Gabriel Fauré (1845–1924)
Dolly, suite per pianoforte a quattro mani, op. 54 

  • Berceuse
  • Mi-a-ou
  • Le jardin de Dolly
  • Kitty-valse
  • Tendresse
  • Le pas espagnol

Maurice Ravel (1875–1937)
Ma Mère l’Oye, cinque pezzi infantili per pianoforte a quattro mani  

  • Pavane de la belle au bois dormant
  • Petit poucet
  • Laideronnette, impératrice des pagodes
  • Les entretiens de la Belle et de la Bête
  • Le jardin féerique

***

Erik Satie (1866 – 1925)
Six épigraphes antiques per pianoforte a quattro mani, L139

  • Tre pezzi in forma di pera
    • ​​​​​​​Manière de commencement
    • Prolongation du même
    • Morceau 1
    • Morceau 2
    • Morceau 3
    • En plus

Igor Stravinskij (1882–1971)
Tre pezzi facili, per pianoforte a quattro mani ​​​​​​​​​​​​​​

  • Marcia
  • Valzer
  • Polka 

Cinque pezzi facili, per pianoforte a quattro mani​​​​​​​

  • Andante
  • Española
  • Balalaïka
  • Napolitana
  • Galop
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Antonio Ballista e Bruno Canino sono un duo pianistico tra i più celebri del panorama internazionale e certamente sono il duo con maggiore esperienza, dall’alto dei loro settant’anni di musica insieme. Per celebrare questo traguardo eccezionale, Canino e Ballista propongono un programma affascinante e poetico, in cui l’inarrivabile sintonia interpretativa dei due solisti può dare nuova prova di sé, esplorando un raffinato repertorio belle époque legato al mondo dell’infanzia.

Pochi artisti hanno incarnato l’arte dell’esecuzione pianistica a quattro mani con la stessa profondità e continuità di Antonio Ballista e Bruno Canino, duo attivo dal 1954 e oggi celebrato nel settantesimo anniversario di una carriera straordinaria. Il programma si apre con Dolly di Fauré, una suite intima e delicata, seguita da Ma mère l’Oye di Ravel, incantevole omaggio al mondo delle fiabe. Nella seconda parte ascolteremo Tre pezzi in forma di pera di Satie, una suite di sette pezzi per pianoforte a quattro mani in cui il compositore coniuga malinconia e ironia cabarettistica, segnando una svolta rispetto all’impressionismo debussiano. A chiudere la serata, i Tre pezzi facili e i Cinque pezzi facili di Stravinskij, pagine brillanti e argute che mettono in luce tutta la freschezza e la fantasia inventiva del loro autore. L’interpretazione di Ballista e Canino, maturata attraverso decenni di ricerca e concerti nei più prestigiosi palcoscenici del mondo, promette di restituire al pubblico l’essenza più autentica delle opere, in un concerto che è al tempo stesso celebrazione e rinnovamento della tradizione pianistica a quattro mani.

Antonio Ballista e Bruno Canino si incontrarono nel 1955 nella stessa classe di musica da camera al Conservatorio di Milano, gestita da Antonio Beltrami, e, spinti da voracità musicale pari solo alla loro curiosità, incominciarono a leggere insieme una grande quantità di musica.
Si presentarono prestissimo in pubblico dando inizio ad una fortunata carriera che si è protratta fino ad oggi senza interruzioni. 
Nel campo della “Neue Musik” le loro esecuzioni ebbero un valore storico: la loro presenza fu fondamentale per la diffusione delle nuove opere e per la funzione catalizzatrice che esercitò sui compositori.
Molte composizioni sono state dedicate al duo: accanto a “Cloches II” di Donatoni e al concerto di Berio, eseguito in prima mondiale a New York con la New York Philharmonic diretta da Boulez, la cui incisione discografica con la London Symphony sotto la direzione dell’autore valse al duo un prestigioso Music Critic Award, ci sono i concerti per due pianoforti e orchestra di Morricone e Solbiati.
Il numero delle prime esecuzioni assolute e delle prime esecuzioni italiane che ebbero come protagonista il duo Canino-Ballista è molto elevato. Berio, Boulez, Donationi, Stockhausen, Ligeti, Castaldi, Bussotti... Il duo ha suonato sotto la direzione di: Abbado, Boulez, Brueggen, Chailly, Maderna, Muti, con orchestre come BBC, Concertgebouw, Israel Philharmonic, Filarmonica della Scala, London Simphony, Orchestre de Paris, Philadelphia Orchestra, New York Philharmonic.
Dallapiccola, Boulez, Kagel, Ligeti e Cage effettuarono concerti con il duo. Stockhausen collaborò personalmente in una lunga tournée di “Mantra”.
Così ha scritto Piero Rattalino: “Riguardo al loro approccio al repertorio tradizionale, il duo ha percorso con rispetto e amore il repertorio a quattro mani e per due pianoforti da Bach a Bartok, riuscendo a non ghettizzare né l’avanguardia né la storia. È questo un raro merito: non mettere il presente in guerra con il passato, o viceversa, significa concepire la musica come un continuum storico in cui i valori umanistici prevalgono su tutto. E questo è fare della musica una ragione di vita”.

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