Questa è materia di sogni deliranti, in cui strane immagini si fondono le une nelle altre... la qualità dell’esecuzione è notevole e l’intreccio artistico della serata è avvincente su tutti i livelli.
- The Guardian, Londra (Inghilterra)

«In questo spettacolo, immagini poetiche si susseguono come in un sogno.»
- Malopoloska Online (Polonia)

Donka – Una lettera a Čechov, spettacolo che ha aperto le celebrazioni del 150mo anniversario della nascita del grande autore russo Anton Čechov nel 2010, è tornato straordinariamente per la seconda volta, dopo 10 anni, al Chekhov International Theater Festival di Mosca in una versione rinnovata. Creato tra il 2009 e il 2010, lo spettacolo è stato presentato per 5 anni con 8 artisti; è stato poi rimesso in scena nel 2018 con 12 artisti.
Acclamato nel corso degli anni in tutto il mondo, Donka è un omaggio delicato e poetico, divertente e sorprendente al grande scrittore e medico russo Anton Čechov, alla bellezza delle sue parole e alla sua umanità. Un susseguirsi di immagini oniriche trasporta lo spettatore in un mondo composto da raffinate composizioni acrobatiche, fragili equilibri, momenti di giocoleria, danza, musica e recitazione. “Donka”, in russo, è un piccolo sonaglio che si appende alla canna da pesca e che suona quando un pesce abbocca. Čechov adorava pescare: era per lui una forma di abbandono alla meditazione. Le musiche di Maria Bonzanigo richiamano le atmosfere della lontana Russia e dei racconti di Čechov: fisarmoniche, orchestre, cori, canneti, il soffio del vento, il rumore dei pattini e canti di uccelli. La scenografia di Hugo Gargiulo propone un susseguirsi di istantanee di un mondo perduto: steppa, ghiaccio, lampadari che si alternano ad esplosioni di colori. Un cast internazionale di abili interpreti, clown decadenti, musici, danzatori e acrobati, anima la scena, facendo sfilare una galleria di personaggi cechoviani fatta di dottori, eterni studenti, sognatori, scapoli e fanciulle in lutto per la vita. I costumi sono di Giovanna Buzzi, il video design di Roberto Vitalini.