Care Amiche e cari Amici della Compagnia Finzi Pasca,
cari spettatori, artisti, acrobati, tecnici, tour manager, produttori, uffici stampa, giornalisti, critici, musicisti, attori, colleghi e collaboratori. Cari teatri, arene, festival.

Caro palcoscenico.
Quest’anno si apre un importante sipario: quarant’anni di attività della Compagnia Finzi Pasca.
Quarant’anni di viaggi. Del viaggio.
Durante questi 40 anni abbiamo disegnato sin dal principio un modo di vivere insieme, viaggiare insieme e viaggiando abbiamo incontrato tanti che si sono uniti a questa nostra avventura, arricchendola, influenzandola e difendendola negli anni a seguire.
Le strade di alcuni tra di noi si sono divise, altri la vita ce li ha strappati via.
Abbiamo avuto fortuna, quella che ci ha fatto incontrare persone che ci hanno preso per mano e ci hanno spinto lontano, aperto porte, condotto in luoghi sconosciuti, insegnato e trasmesso i segreti della nostra arte.
Sin da subito ci siamo dedicati alla creazione di un’estetica unica. Di un nostro e personalissimo stile. Abbiamo sviluppato una filosofia di allenamento per l’attore, l’acrobata, il musicista, il danzatore e il tecnico: un modo di abitare lo spazio.
Abbiamo unito elementi di teatro, danza, acrobazia, circo, opera e documentari, arrivando a creare e produrre oltre 40 spettacoli, in 46 paesi, per milioni di spettatori.
Ci emozioniamo mettendo in scena un monologo per un solo spettatore tanto quanto creando una cerimonia olimpica per un pubblico immenso.
Negli anni, la nostra poetica ha preso la forma dai concetti di Teatro della Carezza e del Gesto Invisibile.

“La domanda chiave è questa: dietro a un gesto acrobatico si nasconde qualcosa di invisibile? Se la risposta fosse affermativa allora si capirebbe da cosa sia attratto l’occhio di uno spettatore. Ecco perché non si concentra soltanto sui salti dell’acrobata, ma resta affascinato da qualcosa di indefinibile e di impalpabile. Un movimento è come un profumo: c’è un prima e un dopo.  Lascia delle tracce trasparenti nello spazio, delle immagini completamente irreali nei sogni di ogni spettatore. Ci vogliono occhi allenati ad osservare la trasparenza, capaci di percepire piccoli cambiamenti, ricettivi, spalancati sul grande mistero che ogni attore e ogni clown porta dentro di sé.”
- Ponce de León, Daniele Finzi Pasca. Teatro della carezza, Lugano 2015

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