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LUGANO REVOLUTION:

Le nove coreografe protagoniste della stagione

a cura di Lorenzo Conti, consulente danza

Un secolo fa i palcoscenici della “danza libera” del vecchio continente e oltreoceano erano animati dai gesti vitali di danzatrici e coreografe che avrebbero rivoluzionato nel tempo non solo il corso della danza ma di tutti i campi dell’arte e della cultura. Erano le antesignane di una nuova visione del mondo e del corpo femminile, le pioniere coraggiose di una nuova concezione del movimento fatta manifesto di un’epoca intera. E se è vero che la storia si ripete come un processo a spirale non è forse un caso, che a distanza di un secolo, la scena della danza, e specialmente quella svizzera, sia animata da un’inedita e dirompente coreografia “al femminile” che in forma solistica o di gruppo è anche la protagonista indiscussa di questa nuova e vibrante stagione teatrale del LAC di Lugano.

Le ragioni geografiche di questo nuovo fermento possono essere rintracciate proprio in quel passato mitico che aveva eletto tra i centri propulsori del rinnovamento della danza anche la Svizzera con il suo Monte Verità. “Il rifugio di tutti coloro che avevano nella mente un nuovo progetto” nella definizione del dadaista Hugo Ball, “una farm della danza”, in quella dello studioso Stefan Bollmann, in cui numerosi nomi, da Isadora Duncan a Mary Wigman, da Rudol Von Laban a Émile Jacque-Dalcroze, si diedero appuntamento alla ricerca di un nuovo paradigma di vita improntato su una cultura del corpo e delle sue esperienze, lontano dai tradizionali modelli di ruolo, dalle minacce della guerra, in un più stretto contatto tra uomo e natura.

Le nove protagoniste della nuova stagione del LAC appaiono oggi come le eredi dirette o indirette di un lungo e ininterrotto discorso sul corpo iniziato proprio in questa terra un secolo prima, in cui il gesto si fa scrittura per raccontare le trasformazioni del contemporaneo e sondare ogni desinenza delle parole “danza” e “femminile”, spinte oltre i confini semantici e ogni pretesa di classificazione.

Nei mesi scorsi le abbiamo raggiunte per conoscere più da vicino il loro pensiero, ciò che le muove nella pratica coreografica e nella vita di ogni giorno come artiste e come donne.

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