Una performance multimediale in cui videoarte e lirica dialogano tra loro riflettendo sul tema del cambiamento climatico, sociale e individuale: la drammaturgia video-sonora di Daniele Spanò e Angelo Elle, unita al canto del mezzosoprano Arianna Lanci, danno vita ad un organismo immersivo multisensoriale in cui la voce, la luce, il video, il corpo ed il suono si scambiano funzionalità e competenze.
In Forma Sonata, Arianna Lanci condivide lo spazio con un oggetto mutevole e dinamico, che evoca una pala d’altare, un totem o un video-wall pubblicitario: l’installazione multimediale dell’artista visivo Daniele Spanò è realizzata a partire da registrazioni audiovisive condotte a Venezia durante l’eccezionale alluvione del 2019 che portò ad uno straordinario e prolungato innalzamento delle acque nella laguna.
Oltre all’esecuzione di due brani di repertorio, Piangono al pianger mio e Mille regretz, la cantante lirica esplora nuove possibilità vocali attraverso campionatori, loop machines e microfoni, in dialogo con le composizioni elettroniche del musicista e sound designer Angelo Elle.
L’immagine portante di questo lavoro è un piano sequenza video in cui un flusso continuo di turisti si ammassa per scattare infinite fotografie di Piazza San Marco allagata dopo l’alluvione: un atto di cattura bulimico dell’immagine della distruzione alimentato dalla seduzione verso il soprannaturale e lo straordinario. Il fenomeno che ci troviamo di fronte è un qualcosa altro da noi e non può riguardarci, non possiamo esserne, anche solo in parte, la causa. Gli sguardi e l’euforia dei volti, la necessità di catturare quel momento, la città di Venezia divengono quindi il punto centrale di riflessione sul tema del cambiamento climatico ma soprattutto la crescita di una consapevolezza dell’emergenza di un cambio di paradigma nel rapporto tra l’essere umano e la natura.
Partendo da questo punto centrale, la performance si struttura a ritroso in uno studio sulla rappresentazione del clima, della nuvolosità e del cielo nella pittura veneta tra Cinquecento e Seicento: l’archivio originale, realizzato attraverso scatti fotografici degli sfondi dei dipinti della collezione della Galleria Dell’Accademia di Venezia, rivela il rapporto rinnovato tra uomo e natura post rivoluzione copernicana.