Evento passato

08 febbraio 2022

Sala Teatro

20:30

09 febbraio 2022

Sala Teatro

20:30
  • Mascherina obbligatoria
    (> 12 anni)
  • Tracciabilità garantita

Massimo Dapporto e Antonello Fassari sono i protagonisti de Il delitto di Via dell’Orsina, uno spettacolo leggero e divertente, ma allo stesso tempo profondo, che riflette sull’insensatezza e l’assurdità della vita.

“Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone, ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente i due tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo. Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non sanno niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte, e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio.

Una situazione paradossale, un po’ beckettiana, brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène Marin Labiche. Non è un caso che questo testo sia stato scelto da registi come Patrice Chéreau, che l’ha messo in scena nel 1966 in Francia e da Klaus Michael Grüber in Germania. Appena l’ho letto ho pensato che sarebbe stata una grande sfida, un’opportunità per una regia sorprendente. 

Pensando a questi due personaggi, profondamente diversi l’uno dall’altro: uno ricco, nobile, elegante, e l’altro rozzo, volgare, proletario,co che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto, ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare – e che non ha mai lavorato assieme – ma che credo perfetta per dare vita a questa storia. Io la vivo come una scommessa, come la possibilità di dare vita ad uno spettacolo leggero e divertente ma allo stesso tempo profondo; una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita.”
(Andrée Ruth Shammah)

di
Eugène Labiche

regia e adattamento
Andrée Ruth Shammah

traduzione
Andrée Ruth Shammah
Giorgio Melazzi

con
Massimo Dapporto
Antonello Fassari
Susanna Marcomeni

e con
Marco Balbi
Andrea Soffiantini
Christian Pradella
Luca Cesa-Bianchi

scene
Margherita Palli

luci
Camilla Piccioni

produzione
Teatro Franco Parenti
Fondazione Teatro della Toscana