Francesca Sproccati, artista svizzera attiva nell’ambito delle arti performative, torna al LAC con un lavoro in cui (si) domanda cosa significa “resistere” oggi al capitalismo limbico occidentale, alla manipolazione delle emozioni umane ai fini del consumo ininterrotto di beni e relazioni, all’emergenza di forme sempre meno celate di fascismo.
Con Venir meno, Sproccati (ci) invita a entrare nel palazzo di Hypnos, dio greco del Sonno, e a immergerci come corpo collettivo nel buio. Da questa postazione, lontana dalla vista e connessa agli stati più profondi dell’essere, emergono due figure cangianti. A volte li si potrebbe scambiare per visioni dello spesso Hypnos, che, addormentandoci in eterno, ci libererebbe dal lavoro, dalla competizione, dall’esaurimento a cui la società della performance ci costringe; altre volte questi mutaforma sembrano assumere le sembianze e le intenzioni di Battista, il bisnonno partigiano di Francesca, che ha contribuito a liberare l’Italia dai fascisti, incarnando quell’energia di lotta e resistenza collettiva contro le ingiustizie del mondo.
In questo ambiente immersivo, i performer si raccontano attraverso musica dal vivo e innesti testuali. Dagli impossibili incontri fra queste due figure, i loro modelli e i loro specchi, si apre uno spazio di condivisione senza filtro, per provare a ripensarsi insieme come comunità temporanea.