Partendo da una riflessione sulla fusione e sul distacco dei ghiacciai, la compagnia di danza AZIONIfuoriPOSTO – nata dalla collaborazione tra Silvia Dezulian e Filippo Porro – apre un’indagine poetica su ciò che è destinato a scomparire e sull’eredità che lascia. Corpi umani e corpi glaciali sono messi in relazione in quanto forze in movimento, capaci di trasformare il paesaggio e custodire memorie, legati indissolubilmente al Tempo e alla sua irreversibilità.
Il termine “rimaye” deriva dal latino “rima” e significa “crepa”, ed è utilizzato in alpinismo per indicare il crepaccio terminale del ghiacciaio, spazio vuoto che separa il ghiaccio in movimento dalle pareti rocciose.
Attraverso una serie di escursioni e ricerche sul campo nei pressi di alcuni ghiacciai delle Alpi, il progetto accosta il linguaggio performativo-coreografico della compagnia ad una ricerca scientifica e storica dei paesaggi montani in mutamento, riflettendo sulla forza dirompente e sulla fragilità disarmante sia dell’umano sia dell’ambiente che lo circonda, mettendoli sullo stesso piano e ponendo l’attenzione sulla loro capacità di modellarsi e immagazzinare storie e vissuti destinati a sparire, lasciando spazio a ciò che verrà.
Grazie a una partitura di gesti, parole e suoni, tra incanto, nostalgia e ironia, il lavoro tocca trasversalmente temi come il cambiamento climatico, la memoria tra presente, passato e futuro e il passaggio generazionale. Ciò che unisce drammaturgia fisica e teatrale sono le memorie personali dei danzatori legate alla montagna – frammenti incompleti espressi attraverso monologhi, dialoghi, musiche, che prima o poi scompariranno lasciando però delle tracce, come quelle che ghiacciai ormai in via d’estinzione lasciano nel paesaggio.