Le artiste svizzere Flavia Papadaniel e Diane Dormet presentano la prima tappa del loro progetto, Doris, un’esplorazione della materia stessa del gesto e del suono, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza profonda di consapevolezza: non solo su ciò che osserviamo, ma su come costruiamo e interpretiamo quello sguardo.
Negli Stati Uniti degli anni Cinquanta, Doris, una casalinga, viene filmata nel salotto di casa sua durante un’intervista con Gregory Bateson, ricercatore interdisciplinare, nell’ambito di uno studio sulle interazioni umane. Questi diciotto secondi di colloquio – oggi scomparsi – daranno origine a un’abbondante letteratura scientifica. I gesti e i comportamenti di Doris vengono analizzati con minuzia, attraverso il filtro di pregiudizi culturali e sessisti propri dell’epoca, i cui echi risuonano ancora oggi.
Partendo da questa breve e celebre sequenza, nota come La scena della sigaretta, Flavia Papadaniel e Diane Dormet danno vita a Doris, una rilettura critica delle rappresentazioni sociali, siano esse veicolate dalle scienze – inevitabilmente modellate da chi le produce – o presenti nella nostra percezione quotidiana.
Attraverso una ricerca coreografica che unisce gesto, suono e ripetizione, le due artiste giocano con i ruoli, i ritmi e le voci per smascherare i meccanismi di potere in atto.
Con ironia e disincanto, Doris mette in discussione le nostre stesse percezioni: in che modo riduciamo la complessità dell’essere umano a comportamenti codificati che crediamo di saper interpretare? Come possiamo decostruire il nostro sguardo e renderci conto dei pregiudizi che influenzano le nostre opinioni?