Marco Plini firma la regia di Come trattenere il respiro della drammaturga inglese Zinnie Harris, una sorta di revival al femminile del Faust in cui la protagonista attraversa le contraddizioni del nostro sistema di vita, in una favola nera dai contorni ferocemente comici.
La storia racconta di una donna, Dana, che una sera fa l’amore con uno sconosciuto. Un uomo strano, inquietante, che dice di essere il diavolo. Da quel momento, la sua vita cambia. Si trova ad affrontare – assieme a sua sorella Jasmine – un’avventura catastrofica: un allucinante viaggio dal cuore dell’Europa fino ad Alessandria d’Egitto. Accompagnate da uno strano e premuroso bibliotecario che propone manuali per ogni evenienza, le due donne attraversano un mondo che si sta sfaldando, che sta crollando su se stesso, in una sistematica inversione di ogni regola e di ogni certezza.
“Quello che attrae e stupisce di questo testo – afferma Plini – è l’ottimismo cieco e lievemente demenziale della protagonista che, di fronte al crollo del sistema finanziario europeo e al dissolversi del suo stile di vita, non si arrende e con l’arroganza tipica dell’essere umano contemporaneo occidentale si ostina a immaginare e attendere un futuro in cui tutto tornerà a posto, in cui tutto tornerà com’era. […] Il materiale di Zinnie Harris assorbe in maniera inequivocabile il fallimento delle politiche liberiste della fine del Novecento, ironizzando in maniera esemplare su quello che Mark Fischer ha definito "realismo capitalista"