lunedì 20 maggio

Sala Teatro
da 27.- a 39.- CHF

martedì 21 maggio

Sala Teatro
da 27.- a 39.- CHF

Umberto Orsini, tra i massimi interpreti del teatro italiano, torna a dar voce a Ivan Karamazov, protagonista controverso e tormentato dell’ultimo – e probabilmente più grande – romanzo di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov.

Dopo il fortunato sceneggiato televisivo di Bolchi e La leggenda del grande inquisitore, questo “nuovo Karamazov” è per Orsini l’occasione di confrontarsi direttamente con uno dei personaggi più complessi e tormentati dell’intera letteratura: Ivan Karamazov, il libero pensatore che teorizza l’amoralità del mondo e conduce forse consapevolmente all’omicidio l’assassino di suo padre. Colpevole e innocente insieme, Ivan Karamazov ritorna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il suo compito, che sente il suo personaggio romanzesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero e chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei castighi”. si confessa e cerca di raccontare la sua storia. Compila le sue memorie e tenta di fare luce sui propri sentimenti e sulla propria filosofia, provandosi a svelarne le implicazioni criminali in un vero e proprio thriller psicologico e morale il cui più alto vertice resta l’immaginario poema di Ivan che narra del confronto metaforico tra un Cristo ritornato sulla terra e un vecchio inquisitore che crede che Egli si meriti il rogo.

Nella ricchezza di un linguaggio penetrante quanto immediato e nell’avvicendarsi degli stati psicologici di un personaggio “amletico” e imprendibile, Umberto Orsini è il grande protagonista di un inedito viaggio nell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni (la morte del padre, l’esasperato vitalismo, l’incontro con il diavolo) precipitando Ivan Karamazov nel suo personale “sottosuolo” dal quale egli compone delle allucinate eppure lucidissime memorie, quarant’anni dopo le vicende del romanzo di Dostoevskij.

Accompagnato da una musica in stringente e fervido dialogo emotivo con le parole che pronuncia, Orsini dà luogo ad una straziata e commovente confessione a tu per tu con se stesso e con i propri fantasmi, a metà tra la finzione letteraria e il “pirandelliano” dissidio con un personaggio in cui ritrova le espressioni più oscure del proprio “io”.

drammaturgia
Umberto Orsini
Luca Micheletti

dal romanzo di
Fëdor Dostoevskij

regia
Luca Micheletti

con
Umberto Orsini

scene
Giacomo Andrico           

costumi
Daniele Gelsi       

luci
Carlo Pediani

suono
Alessandro Saviozzi    

assistente alla regia
Francesco Martucci

produzione
Compagnia Umberto Orsini