Tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Lagioia (Giulio Einaudi Editore), vincitore nel 2015 del Premio Strega e del Premio Mondello, La Ferocia mette in scena il trionfo e la rovina dell’occidente. Lo fa raccontando la storia della famiglia Salvemini, una saga familiare in cui le colpe dei padri si specchiano nelle debolezze dei figli. Un bestiario che descrive la nostra incapacità di sopprimere l’istinto di prevaricazione e il nostro essere perennemente incatenati alle leggi della natura.
Vittorio Salvemini è venuto dal nulla e, come da copione, vuole tutto. Costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni ‘70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.
“Secondo alcuni la disciplina che meglio spiega il nuovo secolo è l’etologia. Metti una volpe affamata davanti a un branco di conigli e li vedrai correre. Corri in una piazza piena di colombi e li vedrai volare. Trova il colombo che non vola.”
La vicenda dei Salvemini ha il calore di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole nate dalla penna di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni.
Nata dall'incontro tra Michele Altamura e Gabriele Paolocà, VicoQuartoMazzini – Premio Hystrio 2021 come miglior compagnia emergente – attraversa scritture originali e rivisitazioni di grandi classici del teatro e della letteratura. L’intento del suo lavoro è quello di rivelare le grandi storie capaci di indagare le impellenze del nostro tempo e raccontarle attraverso le infinite possibilità dell’arte scenica e performativa.