Evento passato

30 luglio 2021

Agorà

21:00

Katariina Kivi e Ann-Lisett Rebane, voci e cetra estone da tavolo

Duo Ruut (duo al quadrato) è l’incontro tra due amiche, giovanissime musiciste di formazione e gusti molto differenti. Una miscela esplosiva la cui ispirazione parte dal folklore dei loro antenati e dalla cetra estone e l’esito è un suono e un’esperienza di ascolto del tutto nuova e contemporanea.
Il Duo Ruut che nel dicembre 2019 ha pubblicato l’album d’esordio “Tuule sonad” (Parole del vento) nominato e premiato come miglior album d’esordio dall’Estonian Music Awards.

In pochissimo tempo il Duo Ruut ha viaggiato in tutto il mondo, compreso un tour in Giappone e l’esibizione al prestigioso Celtic Connections di Glasgow.

“Poliglotta. La lingua degli angeli”

Scriveva John Cage negli anni ‘50 che per stare nella contemporaneità ci vogliono più occhi e orecchie di quelle che abbiamo “naturalmente” in dotazione. E aveva ragione. Oggi per parlare ai nostri cuori induriti da oltre un anno di pandemia e di futuri incerti forse, oltre ad aver bisogno di più occhi e più orecchie, necessitiamo anche di più lingue. Più lingue per intercettare e tradurre i messaggi degli angeli e metterci in vibrazione con le lingue del fuoco e dell’energia, le lingue della morte e della resurrezione, le lingue dei numeri e quelle dei sogni, le lingue dell’elettricità e quelle degli abbracci.

Questa sezione del LAC en plein air farà vibrare le lingue: quelle degli angeli nascoste nella forza dei suoni e quelle parlate, dai dialetti locali come il pugliese o il catalano a quelle internazionalmente riconosciute e riconoscibili come il castigliano fino a quelle assolutamente incomprensibili come l’estone o il mongolo. Lingue sconosciute e violini barbari, ninne nanne avvolgenti e beats elettronici, canzoni di speranza e testamenti funebri, amori perduti e stornelli di feste tutto in sole nove tappe.

Saul Beretta, curatore

 

“Sii dolce con me. Sii gentile.
È breve il tempo che resta.
Poi saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo dell’umano.
Come ora ne abbiamo dell’infinità. [...]”
(Mariangela Gualtieri)

 

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