Ci siamo trovati per introdurci ai nostri progetti. Vi condividiamo alcuni estratti
Cose legate al mio quitidiano
Madre e casa non arrivata
Sono io dentro i pacchi
Gli spazi che ho abitato
Donna e famiglia
Casa anziani
Rifugio
Scatole cinesi
Tutto a vista
Tutto touch
A casa mia faccio quello che voglio
Impatto emotivo
Facilità di cambiare casa
Cos'è casa
Ero partita da una immagine
Raccontare un disastro
Quando ero nel reattore
Sparatoia di Belli
Per emulare
Non me lo ricordavo
Responsabile
Giochicchiavano
L'uomo nell'olocene
Responsabilità degli uomini
Credo di non aver mai riflettuto sui significati della parola casa per gran parte della mia vita. Ma ora, complice l’età più matura, la casa è diventato un tema centrale, per me. Ho vissuto in luoghi angusti, di passaggio, dove ero circondata da cose che non mi appartenevano e che faticavo a riconoscere; o in luoghi apparentemente familiari e accoglienti dove però non riuscivo mai a sentirmi altro che un ospite. Se penso a tutte le case dove ho abitato, vedo solo un disordine casuale. Come se non avessi mai deciso il luogo dove abitare ma fosse stato lo spazio da abitare a scegliere me. “Non c’è nessun posto come la propria casa.” dice Dorothy nel celebre romanzo di Lyman Frank Baum, ma questo è sempre vero? Anche se la nostra casa non corrisponde ai nostri desideri e alle nostre necessità?
Biografia
Di origine svizzera, argentina e italiana ha studiato sin da giovanissima musica e teatro. Nel 2006 si è trasferita a Milano dove ha frequentato la facoltà di Lettere e filosofia presso l’Università degli Studi e – dal 2008 al 2011 – la scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Luca Ronconi. Nel 2011 ha inoltre seguito il corso biennale di perfezionamento del Teatro Laboratorio Toscana, a cura di Federico Tiezzi. Dal 2012 inizia la sua carriera professionale d’attrice/performer collaborando con diverse istituzioni e realtà artistiche svizzere e italiane. Nel 2017 fonda Collettivo Treppenwitz dove collabora come attrice, autrice e regista. Le sue collaborazioni spaziano dalle arti sceniche all'audiovisivo, con una predilezione per le nuove drammaturgie. www.anahitraversi.com / www.collettivotreppenwitz.com
La Svizzera dalla storia pacifica, senza guerre o rivoluzioni è un cliché che possiamo condividere o meno. Ma chi ha un’idea chiara su quali siano i grandi eventi storici che hanno formato la nostra identità nazionale? La mia indagine non lavora sulla Storia o sulla retorica nazionale, ma si sofferma su due tragedie mancate della storia recente: l’incidente alla centrale nucleare di Lucens de 1969 e l’attentato sventato alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona del 2018. Due fatti che incarnano le grandi paure di ciascun periodo, non solo in Svizzera, caduti entrambi nell’oblio. Quale oblio? Quello della tecnica, forse il solo collante nazionale.
Biografia
Marzio Gandola (Lugano, 1995) si avvicina al teatro da ragazzo, frequentando corsi di recitazione. A scuola le sue passioni lo indirizzano inizialmente verso le scienze, ma il percorso del liceo letterario e le persone che in esso incontra lo immergono con forza in quello dell’arte e della cultura. Studia fisica al politecnico di Losanna, dove fonda e gestisce una compagnia studentesca, lavorando contemporaneamente in ambito artistico e scientifico, e dalla commistione di questi nasce la passione per la scrittura, in cui unisce creatività e tecnica. Questa passione lo porta ad intraprendere prima il percorso di Luminanza, quindi quello accademico alla Paolo Grassi di Milano, fino ad approdare a Prismi. Nello stesso periodo collabora a progetti didattici per le scuole e per il gruppo giovani del FIT Festival di Lugano, nonché come divulgatore scientifico.