Sei personaggi in cerca d’autore è il dramma più famoso di Luigi Pirandello, ritenuto uno dei capolavori della storia del teatro. Un’opera di teatro nel teatro incentrata sull’impossibilità di esprimersi, di comunicare e di comprendere ciò che è davvero reale e ciò che non lo è.

Su un palcoscenico una compagnia di attori prova la commedia pirandelliana Il giuoco delle parti. Irrompono sei individui, personaggi rifiutati dallo scrittore che li ha concepiti. Essi chiedono al regista di dare loro vita artistica e di mettere in scena il loro dramma. Dopo molte resistenze, la compagnia acconsente alla richiesta e i personaggi raccontano agli attori la loro storia perché possano rappresentarla.

 

 

di
Luigi Pirandello

regia
Emiliano Masala

con (in ordine alfabetico)
Giuseppe Aceto, Alberto Astorri, Alfonso De Vreese, Caterina Filograno, Igor Horvat, Ginevra Portalupi Papa, Martina Sammarco, Francesco Santagada, Anahì Traversi, Martina Traversi, Tatiana Winteler

scene
Giuseppe Stellato

costumi
Ilaria Ariemme

disegno luci
Omar Scala

sarta di produzione
Beatrice Torresin

regista assistente
Enrico Ravano

produzione
LAC Lugano Arte e Cultura

in collaborazione con
Teatro di Varese

Emiliano Masala, nato a Milano, si laurea in Lettere Moderne presso l’Università Statale di Milano e si diploma alla scuola del Teatro Stabile di Torino nel 2003. Nel 2008 vince il Premio Ubu come migliore attore emergente. Del 2004 è il suo primo spettacolo diretto da Carmelo Rifici, I Giusti di A. Camus, cui seguono Lunga giornata verso la notte di O’Neill, La testa del profeta di E. Bono, Buio di S. Antinori, Fedra di Euripide, Chi Resta prodotto dalla Proxima Res sempre con la regia di Rifici, Sanguinare inchiostro e Gabbiano di Cechov. Nel 2006 partecipa al progetto di formazione École des Maîtres dove incontra Antonio Latella che lo dirige in Pericle di W. Shakespeare e in [H] L-DOPA da Risvegli di O. Sacks. Negli anni lavora, tra gli altri, con Valerio Binasco, Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Preziosi, Tindaro Granata, Luca Ronconi, Mauro Avogadro e Andrea Chiodi. Del 2008 è interprete e regista di Brugole di Lisa Nur Sultan, vincitore del concorso Nuove Sensibilità. Nel 2015 debutta a Roma con FUORIGIOCO, di cui è regista, attore ma anche ideatore del soggetto con testo di Lisa Nur Sultan.

L’opera è un vero e proprio monumento per chi fa il teatro e per chi lo vive da spettatore. Il testo, nella sua gloriosa storia, non solo è riuscito ad agitare i palcoscenici italiani e internazionali, ma è altresì riuscito a porre la questione dell’essenza e della funzione del personaggio.  Il palcoscenico è abitato da attori annoiati del proprio ruolo e invaso da personaggi che un ruolo nuovo avrebbero da proporre, senza però che le due realtà riescano ad incontrarsi. Questi personaggi hanno scelto come luogo della loro reincarnazione il teatro: è un teatro il luogo dove si svolgono le faticose prove del loro divenire. Non sono figure che vogliono vivere solo sulla carta, ma hanno assunto fieri atteggiamenti critici riguardo alla parte che dovrebbero incarnare. Quasi in rivolta, invadono quel suolo tradizionale – la scena, appunto – di finta, calma oggettività. Siamo di fronte alla crisi stessa del “dramma” che si rappresenta, con una drammaturgia nuova che stimola ed esige la partecipazione critica dello spettatore. […] Nei Sei personaggi i termini realtà e spettacolo s’invertono rispetto al naturalismo, e realtà diventa la scena anziché la vita. È dunque il luogo scenico a trasformarsi in luogo reale. […] All’interno dei Sei Personaggi ho cercato di pormi domande e di preoccuparmi della figura del Capocomico (regista). La porzione di testo che parla di lui e della sua compagnia di attori è molto spesso intesa come pretesto per giustificare la rottura del “dramma dentro il dramma”, cioè come cornice. Per me non è cosi, rileggendo più volte l’opera mi sono chiesto come poter far apparire reale e necessaria, e forse anche più vicina ai nostri tempi, questa sezione di testo. I Sei personaggi in cerca d'autore parlano anche del dramma riguardante l’interpretazione e l’essere interpretato, e quindi credo che Capocomico e compagnia abbiano la stessa importanza dei personaggi. Credo che ogni teatrante abbia o voglia, prima o poi, avere un Pirandello nel suo calendario prossimo futuro, o semplicemente nell’angolo più segreto dei suoi desideri e dei suoi sogni. Pirandello stimola una ricerca, si può non comprenderlo al primo incontro, si può esserne saturati, si può anche avvertire una distanza dal proprio modo di vivere la vita e il teatro. Però, ciascuno a suo modo, almeno io penso, i conti con Pirandello si ritrova a farli in palcoscenico o di fronte alla propria coscienza di “animali di teatro”.