La coreografa basilese Tabea Martin, tra i nomi più interessanti della scena svizzera, torna al FIT con una performance che esplora il tema dell’esclusione attraverso la danza e il linguaggio.
La delusione di essere stato escluso. Non sentirsi parte di qualcosa a cui appartenere. Non essere in grado di connettersi. Costretto ai margini della società. Non essere accettato. La delusione di come sta andando la vita rispetto a come te la sei immaginata. Che non ci siano opportunità uguali per tutti.
La delusione di sentirsi sgraditi ed essere discriminati, rifiutati e persino minacciati fisicamente.
La delusione della disuguaglianza. Intolleranza, razzismo.
“Mi interessa il razzismo – dice Martin – Un'ideologia che divide le persone e le colloca in gerarchie basate sul loro background etnico, nazionale o religioso. Mi interessa questo argomento, soprattutto sullo sfondo degli attuali cambiamenti sociali: il volto mutevole dell’Europa, la globalizzazione, la cosiddetta «crisi dei rifugiati» e il populismo. Come si manifesta il razzismo in un paese, in una classe a scuola, in famiglia? Dove è nascosta la discriminazione? Come viene affrontata la materia nelle scuole? Cosa pensano i bambini di questo argomento? Come puoi difendere te stesso e chiedere rispetto, giustizia e dignità?”.