Evento passato

10 ottobre 2022

Teatrostudio

19:00

11 ottobre 2022

Teatrostudio

20:30

La giovane Catherine Bertoni de Laet firma la sua prima prova registica portando in scena un testo scritto a quattro mani insieme al coetaneo Francesco Maruccia: una tragedia familiare che riflette su questioni di identità e appartenenza, un dialogo con la memoria attraverso il tempo.

Nel delirio di un sogno che si confonde con la realtà, una madre straniera precipita nella ricostruzione di luoghi violenti e violati della sua memoria. Convinta di proteggere la cosa più sacra di cui è a guardia, dà fuoco alla sua stessa casa, mettendo così a repentaglio la vita dei suoi quattro figli. Convocati da una lettera riguardo il passaggio di un’eredità, ritroviamo i fratelli ventun anni dopo, cresciuti separatamente e ognuno di loro in rapporto diverso con il proprio passato. Inizia così un’indagine non solo verso ciò che quei corpi hanno cancellato, ma anche nel rapporto che ognuno di loro è disposto ad instaurare con quel rimosso.

Al centro di Bogdaproste - il cui significato in lingua rumena è “che dio perdoni le tue morti” - vi è il rapporto con il Tempo e, quindi, con la memoria. Partendo dal mito di Medea, Catherine Bertoni de Laet e Francesco Maruccia hanno lavorato su una figura femminile che, pur seguendo le stesse dinamiche di tradimento del mito, ne riformula le modalità e le conclusioni: nella loro rielaborazione non soltanto Medea non intende uccidere i suoi figli, ma questi ultimi sono gli unici superstiti dell’incendio. Tutto nei fratelli si muove intorno alla ricostruzione e alla responsabilità del ricordare, al dialogo che il passato esige.

progetto e regia
Catherine Bertoni de Laet

drammaturgia
Francesco Maruccia
Catherine Bertoni de Laet

con (in ordine alfabetico)
Monìca Mihaela Buzoianu
Flavio Capuzzo Dolcetta
Leonardo Castellani
Francesco Maruccia
Alberto Pirazzini
Giacomo Toccaceli

scene
Paolo Di Benedetto

costumi
Margherita Platé

luci
Giovanni Voegeli

sound design
Brian Burgan

consulente alla drammaturgia
Tindaro Granata

produzione
LAC Lugano Arte e Cultura

in coproduzione con
Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

di Catherine Bertoni de Laet

Sono voluta partire dal principio e ho trovato la forza creatrice, che sempre si accompagna al suo opposto e al suo contrario. Con la fallimentare ambizione di raccogliere ogni frammento perso o trovato lungo il percorso, mi sono seduta in questo luogo di domande e ho iniziato un dialogo con il tempo, con i padri e le madri, con le narrazioni, le storie, le eredità e i vuoti che abitiamo nei nostri corpi, nei nostri istinti. La consapevolezza di una serie di responsabilità e di mancanze, con il terrore di perdere un indizio e non dimostrarsi all’altezza di quel che il momento richiede. E quindi la condizione dello straniero - nella propria terra come pretesto per arrivare alla propria pelle.

È con queste carte che è iniziato il gioco drammaturgico che mai sarei riuscita a delineare con tanta precisione senza Francesco Maruccia. È un percorso di distruzione e ricostruzione che si specchia nell’elemento del fuoco grazie alla sua capacità di purificare per rinascere, ma che inevitabilmente e ciclicamente ricade nel suo stesso massacro. La lente si ferma sul tentativo di mettere un segno per progredire, per emanciparsi - ma anche, inevitabilmente e umanamente, proteggersi - dal meccanismo di violenza che permea la storia dell’uomo.

Come nel mito, luogo letterario di partenza per questa ricerca, ogni cosa che si muove non è mai solo se stessa, e scavando nelle parole si possono trovare corpi inaspettati. Il rapporto tra le due figure delineate come Giasone e Medea può in maniera evidente racchiudere il significato di un dialogo tra popoli, così come le parole di lei possono e vogliono custodire il dolore di una Terra devastata dall’Uomo. Le loro voci si muovono in un ambiente sonoro che altera, allarga, distorce il tempo in maniera quasi onirica, mettendo distanza, ma soprattutto minaccia in questi corpi mitici, sovrannaturali. Ed è dinnanzi a loro che arrivano invece fragili e spogli i corpi di un’umanità quasi impreparata al confronto con il Tempo, ma che inavvertitamente sprofonderà, attraverso gli intuiti e i ricordi nascosti nella carne, nella complessità di cui sono figli.

di Francesco Maruccia

“La guerra è la madre di tutte le cose e di tutte regina”: queste parole di Eraclito sono e sono state per me illuminanti. La protagonista assoluta del testo è la Madre, non solo in quanto personaggio che agisce sulla scena ma anche come forza creatrice del mondo e del racconto – entrambi hanno origine in lei ed entrambi a lei sono destinati a tornare –; insieme, però, è anche forza distruttrice che doppiamente si manifesta in quanto personaggio – nel suo tentativo di distruggere la casa e uccidere i figli – e, più in grande, in quanto forza universale – la violenza e la guerra che aprono e chiudono lo spettacolo.

È questa forza femminile primigenia che Giasone cerca di possedere ed è con l’ombra di lei che i fratelli – i figli sopravvissuti al tentativo omicida della Madre: gli uomini del mondo contemporaneo – si trovano a dover fare i conti quando finalmente il passato decide di manifestarsi.

Questo ci porta ad un altro grande protagonista della vicenda: il tempo, anch'esso inteso nella sua accezione doppia di tempo che trascorre inesorabile e lascia dietro di sé tagli che ad un certo punto chiedono di essere medicati e del tempo eterno della storia dell’uomo che si ripete ciclicamente sempre uguale a se stessa. È nel continuo alternarsi di questi due volti del tempo che sia lo spettatore sia i personaggi si trovano ad agire ed essere agiti.

Così, mentre dalle parole di Giasone traspare l’ineluttabilità di questo continuo ripetersi degli eventi, i fratelli intraprendono un viaggio che è insieme indietro nel tempo – nel tentativo di ritrovare l’origine di quelle ferite lasciate in eredità dalla Madre – e in avanti – nel tentativo di immaginare una nuova vita, una nuova umanità – fino al punto di rottura in cui, involontariamente ma inesorabilmente, tutto precipita nel ciclico manifestarsi del gorgo della guerra e della violenza.

Su questo ritorno si chiude lo spettacolo: la situazione finale e quella iniziale si specchiano l’una dentro l’altra e i fratelli si preparano ad affrontare la distruzione così come il padre Giasone si prepara a scatenarla.

Catherine Bertoni de Laet
progetto, regia e drammaturgia

Classe 1994, intraprende, a seguito del diploma classico, un percorso universitario di indirizzo scientifico in Belgio. Rientrata in Italia, inizia una formazione artistica a Roma, dove lavora con Fabiana Iacozzilli, Francesco Zecca, Lorenzo Gioielli e Francesco Sala, per poi diplomarsi alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano dove incontra Antonio Latella, Romeo Castellucci, Mauro Avogadro e Serena Sinigaglia. Come interprete partecipa all’allestimento di Doppio sogno di Schnitzler/Favaro con la regia di Carmelo Rifici, con cui collabora anche al progetto digitale Ci guardano - prontuario di un innocente. Come assistente alla regia lavora con Filippo Ferraresi nel suo debutto al Piccolo di Milano con de Infinito Universo e ne La traviata diretta da Markus Poschner con la regia di Carmelo Rifici.


Francesco Maruccia
drammaturgia e interpretazione

Classe 1994, nasce in Salento ma cresce nella periferia di Roma. Dopo la maturità classica, inizia il suo percorso teatrale all’interno del circuito dei teatri off di Roma. Nel 2021 si diploma in recitazione alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici. Nel suo percorso accademico ha modo di studiare con alcuni dei principali artisti della scena italiana, tra cui Carmelo Rifici, Mauro Avogadro, Massimo Popolizio, Alessio Maria Romano, Giovanni Crippa e Antonio Latella. Nello stesso anno viene diretto da Carmelo Rifici in Ci guardano – prontuario di un innocente, nell’ambito del progetto digitale del LAC Lingua Madre. Capsule per il futuro. In qualità di autore, debutta con il monologo Tre preghiere e un atto di dolore (2021) di cui è anche interprete.


Monica Buzoianu
interpretazione

Nasce a Ploieşti, in Romania, dove studia recitazione all’Università Nazionale D’Arte Drammatica e Cinematografica “Ion Luca Caragiale” di Bucarest, diplomandosi nel 2013. L’anno successivo si trasferisce in Italia e partecipa ad un Master biennale in Teatro sociale e drammaterapia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Nel 2021 si diploma presso la Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Carmelo Rifici. Prende parte a Happiness di Alessandro Sciarroni, Tre sorelle di Carmelo Rifici, Soli di Alessio Maria Romani, Kiss di Antonio Rezza e Flavia Mastrella nonché al progetto Dante in Duomo sotto la direzione di Massimiliano Finazzer Flory. Presta la voce al progetto Abbecedario per il mondo nuovo coordinato da Lisa Ferlazzo Natoli per il Piccolo Teatro di Milano e nel film La legge: la costituzione recitata dagli animali con la voce dei padroni per la regia di Flavia Mastrella e Giulio Sangiorgio. È nel cast di Giostra, spettacolo scritto da Michele Ruol e diretto da Gerardo Benedetti, vincitore del bando Testinscena 2022. Per la televisione è diretta da Andrea Molaioli nella serie Circeo.


Flavio Capuzzo Dolcetta
interpretazione

Nasce a Roma nel 1997. Appassionato di teatro fin dall’infanzia, studia con diversi maestri e collabora frequentemente con il regista Marcello Cava, grazie al quale incontra e lavora con artisti del teatro, tra cui Paolo Bonacelli e Paolo Musio. Prende parte a film come Io e te di Bernardo Bertolucci e lavora ad alcuni turni di doppiaggio per Gabriele Salvatores e Paolo Virzì. Nel 2017 inizia gli studi alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano, diplomandosi nel 2021 con Doppio sogno per la regia di Carmelo Rifici. Negli ultimi anni lavora alla tournée europea de La tragedia del vendicatore di Declan Donnellan e a Una vera tragedia, progetto di Riccardo Favaro e Alessandro Bandini vincitore del Premio scenario; è nel cast de Le relazioni pericolose con la regia di Carmelo Rifici. Parallelamente, si dedica alla realizzazione di alcuni cortometraggi, tra cui Alfredo, menzione speciale al B.A. Film Festival.


Leonardo Castellani
interpretazione

Classe 1999, nasce a Verona ma cresce a Roma dove studia danza presso la scuola diretta da Franco Miseria. Nel 2017 consegue il diploma di maturità scientifica e viene ammesso alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Carmelo Rifici, dove approfondisce gli studi con grandi maestri del teatro e della performance come Antonio Latella, Serena Sinigaglia, Mauro Avogadro, Marta Ciappina e Alessandro Sciarroni. Nel 2020 partecipa al workshop di Alessio Maria Romano presso la Biennale di Venezia, esibendosi nella performance finale intitolata Noi, wish. Diplomatosi nel 2021, prende parte a Choròs. Il luogo dove si danza di Alessio Maria Romano e a Doppio sogno per la regia di Carmelo Rifici.


Alberto Pirazzini
interpretazione

Romagnolo classe 1997, appassionato di illusionismo, diplomato in Teoria e solfeggio, dopo aver frequentato la Scuola di Teatro “Alessandra Galante Garrone” di Bologna, studia alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici.
È Romeo in Romeo e Giulietta, opera ibrida di Cabiria Teatro; nel Sogno di una notte di mezza estate di Andrea Chiodi interpreta Chiaro di Luna; fiancheggia il tenore Julian Prégardien ne La bella mugnaia di Mario Pagliarani ed è Antonin Artaud in Ci guardano - prontuario di un innocente di Carmelo Rifici. Tra gli altri, prende parte anche a Purgatorio di Federico Tiezzi, Doppio sogno di Carmelo Rifici, Happiness di Alessandro Sciarroni, Specie di spazi di Fabio Condemi, In viva voce di Fiorenza Menni, Pierino e il Lupo a cura di Vittorio Sgarbi e Cavalleria rusticana di Emma Dante.


Giacomo Toccaceli
interpretazione

Nasce a Milano nel 1997. Si avvicina al teatro nel 2009, partecipando in qualità di coprotagonista alla produzione del Teatro del Buratto Deserto Nero, diretta da Renato Sarti. Successivamente, frequenta la Scuola di Teatro Milano Quelli di Grock, per poi essere ammesso nel 2017 alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano, dove si diploma nel 2021 con lo spettacolo Doppio sogno, diretto da Carmelo Rifici. In questi anni ha l’opportunità di approfondire i propri studi teatrali grazie a maestri come Mauro Avogadro, Giovanni Crippa, Carmelo Rifici, Massimo Popolizio, Antonio Latella, Fausto Paravidino e Tindaro Granata, nonché di avvicinarsi al mondo della danza e della performing art attraverso Alessio Maria Romano, Maria Consagra, Marta Ciappina, Michele Abbondanza, Chiara Bersani e Alessandro Sciarroni.


Paolo Di Benedetto
scene

Milanese, si laurea al Politecnico della sua città. Nel 2002, ancora studente, inizia a collaborare con il Piccolo Teatro di Milano, con cui lavora tuttora: progetta le scenografie di numerose produzioni e coproduzioni del Piccolo, affiancando scenografi come Margherita Palli, Marco Rossi, Paolo Fantin e registi come Luca Ronconi, Carmelo Rifici, Antonio Latella, Declan Donnellan, Roberto Latini, Damiano Michieletto, Toni Servillo, Federico Tiezzi, Robert Wilson. Affianca lo scenografo Marco Rossi in allestimenti di Luca Ronconi; per Rifici realizza le scene di Uomini e no (2017), scene e costumi di Avevo un bel pallone rosso di Angela Dematté (2018), le scene di Macbeth, le cose nascoste (2020). Cura le scene del documentario Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto e Freud 2.0 – Il destino di un pensiero che ha cambiato il mondo, scritti da Matteo Testa e diretti da Claudio Poli; Anne Frank, parallel stories con Helen Mirren, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto; Modigliani, fino all’ultimo respiro di Arianna Marelli e Valeria Parisi; Rodari 2.0 di Valeria Parisi.  Lavora come set dresser (set decorator Nancy Haigh) di Hollywood Blvd per Once Upon a Time in Hollywood, regia di Quentin Tarantino. È docente di scenotecnica all’Accademia di Belle Arti di Brescia.


Margherita Platé
costumi

Nata a Milano, frequenta il Liceo artistico statale di Brera e si laurea nel dipartimento di Scenografia e costume all’Accademia di Belle Arti di Brera. Lavora come assistente di Grazia Colombini, Erica Barbato, Francesca Cibischino e Valentina Carcupino, collaborando con la Sartoria Brancato, i laboratori del Teatro alla Scala, l’atelier dell’Opéra du Rhin a Strasburgo, la sartoria dell’Opéra National Lorraine a Nancy, il Teatro Carcano, il Teatro Franco Parenti ed il LAC di Lugano. Lavora con diversi danzatori in Italia e in Belgio, con i registi Carmelo Rifici, Giulio Ciabatti, Serena Sinigaglia, Marco Maria Rebecca Linzi, Fabio Resinaro, Giacomo Boeri e con la compagnia Odemá.


Giovanni Voegeli
luci

Dopo gli studi superiori in campo artistico, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino, conseguendo il diploma in Scenografia e discipline dello spettacolo. Negli stessi anni inizia a maturare interesse per il mondo dell’illuminotecnica teatrale, e contestualmente comincia il percorso come tecnico luci, dapprima lavorando nei festival operistici - tra cui il Rossini Opera Festival di Pesaro - e successivamente ampliando l’attività in ambito teatrale. Terminati gli studi e tornato in Ticino, intraprende la stessa professione come indipendente, lavorando e firmando scene e luci in alcune realtà regionali, come il Teatro Sociale di Bellinzona. Dal 2017 lavora nel reparto luci al LAC di Lugano, dove ha modo di approfondire le varie mansioni, tra cui la programmazione console, e di realizzare il disegno luci per alcune produzioni interne.


Brian Burgan
sound design

Nato a Napoli, dopo gli studi al SAE Institute di Milano completa un Master in Musica elettronica e nuove tecnologie presso il Conservatorio di Como. Nel corso dei suoi studi ha modo di lavorare alla regia audio di diversi artisti jazz di fama nazionale e internazionale, tra i quali Joe Fonda, David Liebman, Franco Cerri, Paolo Angeli e Michele Marelli. Nell’ambito della musica elettronica contemporanea partecipa a seminari e masterclass con alcune delle figure più significative degli ultimi decenni, tra cui Jean Claude Risset, John Chowning, Horacio Vaggione, Eraldo Bocca e Andrea Valle. Prende parte a vari festival musicali e artistici come il Festival International du Film d’Aubagne, Kernel Festival, Como Città della Musica, Parolario, Lake Como Film Festival e La Via Lattea, realizzando sonorizzazioni e installazioni interattive/ audio-tattili. Parallelamente all’attuale attività lavorativa come coordinatore del settore audiovisivo presso il LAC di Lugano, collabora con artisti per la creazione di colonne sonore originali e sound design. Pubblica musica elettronica per differenti etichette discografiche tra le quali Magmatiq e Pitch The Noise records.

 

Foto di scena