Evento passato

11 giugno 2023

Sala Teatro

19:30

Il Coro Lirico di Lugano
In veste di promotore ed interprete

Invita nel mondo misterioso ed esotico di

Aida di Giuseppe Verdi
Adattamento in forma di concerto

Maestro Concertatore e Direttore Andrea Cupia

Opera ViVa Orchestra

Solisti
Alberto Rota, basso, Il Re
Julia Gertseva, mezzosoprano, Amneris, figlia del Re
Tiziana Caruso, soprano, Aida
David Baños, tenore, Radames
Ferruccio Finetti, basso, Ramfis, capo dei sacerdoti
Giulio Boschetti, baritono, Amonasro, re etiope e padre di Aida
Fabio Valsangiacomo, tenore, un Messaggero
Minji Kim, soprano, una Sacerdotessa
Sacerdoti e sacerdotesse, ministri, funzionari, soldati, capitani, schiavi e prigionieri etiopi, popolo egizio, Coro Lirico di Lugano

Immagini e proiezione Nicolas Joray e Amit C. Nathani

Nell’immaginario collettivo Aida suscita visioni di spazi esotici, potremmo dire “imbalsamati”, prospettive lontane, templi, colonnati, folle di sacerdoti, di popolo, di prigionieri, cavalli ed elefanti, trombe squillanti, trionfi ed atmosfere cupe. La trama, semplice e davvero poco innovativa, lascia a Verdi lo spazio per ricreare, attraverso la sua musica, le relazioni tra i personaggi, per descrivere il “mistero degli umani”, per suggerire un mondo geografico e musicale che lui stesso non aveva e non avrebbe mai né visto né udito direttamente. Con geniali accorgimenti musicali, concatenazioni di intervalli di un semitono, di accordi, di risonanze di strumenti quali l’arpa, l’oboe, il flauto, un certo modo di condurre gli strumenti ad arco (con pizzicati, glissando, tremoli), e le voci (usando piani di ascolto sovrapposti, in evidenza e dall’interno dei templi, oppure cantillazioni di tipo gregoriano) davanti all’ascoltatore si schiude, se non letteralmente il cielo, almeno un orizzonte misterioso, profumato ed esotico.

La proposta del Coro Lirico di Lugano, in forma di concerto,  cercherà di portare il pubblico in questa atmosfera intima, attraverso la musica del grande compositore di Busseto e l’interpretazione magistrale dei numerosi solisti, per suggerire all’ascoltatore non tanto le scene grandiose dei severi templi egizi, quanto piuttosto l’intimità dei personaggi, dalla potente figlia del Re che, a un passo dal coronamento dei suoi sogni, li vedrà cadere in frantumi e si rivelerà come semplice donna sofferente, alla schiava prigioniera che desidera tornare al passato e si ritrova a desiderare un futuro di beatitudine ultraterrena e certamente anche all’eroe orgoglioso che passa dalla gloria al silenzio e alla rinuncia per condividere con l’amata non gli agognati destini grandiosi ma una imprescindibile visione celestiale. “Celeste” è infatti il colore di Aida ma anche quello del cielo che attende gli amanti e celestiale un aggettivo che si addice alla musica immortale di Verdi.

 

In the collective imagination, Aida elicits visions of exotic places, distant perspectives, temples, colonnades, crowds of priests, people, prisoners, horses, and elephants, the bright calling of trumpets, triumph, and gloomy atmosphere. The plot, simple enough and not at all innovative, gives Verdi the opportunity to shape, through his music, the characters, and their relationship, to describe the "mystery of humans," to suggest a geographical and musical world he knew almost nothing about and whose landscapes and sounds he would never see or listen to. With subtle and clever musical expedients, concatenations of semitones, of chords, through the resonance of instruments such as harp, oboe, flute, through the way of conducting string instruments (using “pizzicato, glissando and tremolo”) and voices (now and then superimposed on different planes), the listener will be carried, though not quite to the sky, at least to a mysterious, fragrant, and exotic world.

The Aida of the Coro Lirico di Lugano, in concert form, would like to emphasize this intimate glimpse and try namely to bring the audience into this atmosphere, so wonderfully suggested by the music of the great composer and by the skill of the interpreters. Therefore, the listener is not going to be plunged into a landscape of grandiose Egyptian temples, but into the intimacy of the main characters, into the anguish of  the powerful king’s daughter, who, just a step away from the crowning of her dreams, will see them shattered and become merely a suffering woman, into the intimacy of the captive slave who longs to return to the past and happens in front of a future of ultramundane celestial bliss and also close to the proud hero who was longing for glory and has been compelled to silence and renunciation in order to share with his beloved a heavenly vision. "Celestial" is indeed the colour of Aida but also that of the sky that awaits the lovers, as well as the best-fitting adjective for Verdi's immortal music.

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