Manuela Mandracchia e Giorgio Colangeli sono i protagonisti de Le volpi, uno spettacolo tagliente e intenso, che alterna ironia e dramma per raccontare la provincia italiana come un microcosmo in cui si riflettono dinamiche di potere, desideri e ossessioni individuali.
Nell’ombra di una sala da pranzo, all’ora del caffè, in un’assolata domenica di agosto, si incontrano due piccoli notabili della politica locale e la figlia di una di loro. Tutto intorno i pensieri volano già al mare e alle vacanze, eppure restano da mettere in ordine alcune faccende che interessano i protagonisti della storia.
Davanti a un vassoio di biscotti vegani, si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi, si regola la maniera migliore di distribuire favori e concessioni, incarichi di servizio e supposti vantaggi. Morbidamente, si scivola dentro un meccanismo autoassolutorio per cui è legittimo riservarsi qualche esiguo tornaconto personale, dopo essersi tanto impegnati nella gestione della cosa pubblica.
La corruzione è proprio questo concedere a se stessi lo spazio di una impercettibile eccezione. Come scrive Leonardo Sciascia nel suo romanzo Todo modo: “I grandi guadagni fanno scomparire i grandi principi, e i piccoli fanno scomparire i piccoli fanatismi”.
Le volpi è stato finalista ai Premi Ubu 2024 nella categoria “miglior nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica”.